• Ultima modifica Settembre 07, 2022

Lo smaltimento dei guanti in lattice

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Dove si buttano i guanti in lattice? Questo dispositivo di protezione per le mani viene utilizzato quotidianamente in una molteplicità di applicazioni, ed è quindi importante conoscerne le corrette modalità di smaltimento: i guanti in lattice rientrano nei prodotti da smaltire nella raccolta differenziata? Oppure possono essere gettati nell’indifferenziata?

Cominciamo col dire che la problematica di dove buttare i guanti in lattice è cresciuta esponenzialmente al verificarsi dell’emergenza sanitaria da COVID-19, quando questi dispositivi, assieme alle mascherine, sono diventati fondamentali per potersi muovere in piena sicurezza all’interno di supermercati, centri commerciali e luoghi pubblici. Le circostanze li hanno quindi resi un oggetto di uso quotidiano per una platea ancora più ampia di utenti rispetto alla norma.

Sfortunatamente, trovare guanti e mascherine gettati a terra per la strada non è ancora oggi un’evenienza rara: un comportamento incivile (specie se si considera che tali dispositivi potrebbero essere contaminati, e che sono naturalmente inquinanti) che può essere corretto con il semplice buonsenso e una basica educazione in termini di smaltimento.

 

I guanti in lattice vanno nella raccolta differenziata? No! Ecco perché

L’Istituto Superiore della Sanità ha chiarito già nella primavera del 2020 che le mascherine e i guanti monouso (in lattice o in qualunque altro materiale) devono essere sempre smaltiti nella raccolta indifferenziata quando vengono utilizzati come strumenti per la protezione dal Coronavirus – meglio ancora se all’interno di un ulteriore sacchetto.

L’indicazione fornita è, in particolare, relativa a mascherine e guanti prodotti in tutti i materiali e impiegati come scudo di difesa dal COVID-19, per il contatto con persone infette o potenzialmente tali, o per la manipolazione di oggetti che potrebbero essere contaminati dal virus. In questo senso, le disposizioni dell’ISS non fanno riferimento specificamente ai guanti in lattice ma, in termini più ampi, a ogni tipo di guanto utilizzato come dispositivo monouso nel contesto pandemico.

Sebbene sia necessario tenere a mente che questi accessori per la protezione delle mani sono comunque biodegradabili, non è affatto possibile smaltirli nella raccolta differenziata – né nel bidone dell’umido né in quello della plastica. Biodegradabile non significa infatti compostabile – una differenza sostanziale relativa al tempo di decomposizione di un manufatto (più rapido, per l’appunto, se compostabile).

Pertanto, a prescindere dall’ambito in cui i guanti in lattice vengono utilizzati – dal settore alimentare alle camere bianche, dalle pulizie alle industrie – e ferma restante l’importanza di consultare le regole del proprio Comune, essi dovrebbero sempre, e senza eccezione, essere gettati nel bidone dell’indifferenziata, il cosiddetto “secco”.

Ma per quale ragione si opta per questo tipo di smaltimento? La risposta prende in esame una serie di fattori.

Innanzitutto, nonostante questi dispositivi siano prodotti con un materiale di origine naturale proveniente dall’albero della gomma (l’Hevea brasilensis e l’Hevea guaianensis), la sostanza collosa estratta a seguito dell’incisione sul tronco viene successivamente lavorata con l’aggiunta di additivi quali antiossidanti, vulcanizzanti, acceleranti, stabilizzanti e, infine, termoindurenti per dare la forma e la consistenza ideale al prodotto finito: confortevole, morbida, compatta e resistente. La presenza di tali sostanze, da sola, rende indispensabile lo smaltimento del guanto di lattice nella raccolta indifferenziata.

Bisogna inoltre considerare che i guanti in lattice sono spesso utilizzati per proteggere le mani dal contatto con agenti chimici specifici, oltre che per la già citata tutela da microrganismi potenzialmente pericolosi. Nel caso in cui, ad esempio, vengano impiegati in ambito sanitario e medicale, i guanti usati saranno successivamente trasferiti presso inceneritori specializzati e ridotti in cenere, in modo da eliminare ogni eventuale residuo di agenti patogeni.

Tutte queste ragioni rendono quindi possibile un solo tipo di smaltimento: nel bidone del secco indifferenziato.

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